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La Storia

 

L'Ospedale S. Antonio Abate ebbe la sua origine al tempo dei famosi "passaggi" per la Terra Santa. Alcuni crociati e marinai, non potendo più continuare il loro viaggio per i patimenti sofferti e per le infermità contratte durante la lunga navigazione, venivano sbarcati e lasciati nel porto di Trapani.
Qui, cittadini pietosi li portavano in una casa, posta in vicinanza della chiesa di S.Pietro che la famiglia Luna aveva concesso per il ricovero degli ammalati.
A questa casa vennero aggiunte in seguito altre case limitrofe, donate da altri cittadini, sicché il locale divenne presto un vero ospedale con una piccola chiesa dedicata a S. Antonio, protettore dei marinai. In seguito l'ospedale accolse anche i poveri della città.
Da un diploma del re Martino d'Aragona, datato 19 giugno 1399, si rileva che l'ospedale venne aggregato al Grande Ospedale S. Antonio di Vienna e messo sotto giurisdizione dell'Abate Generale dell'Antico Ordine di S. Antonio. L'amministrazione dell'ospedale era affidata ad una deputazione composta da tre Rettori nobili, nominati annualmente dal Senato della città.
Sempre intorno alla fine del ?400 i consoli dei marinai di Trapani comprarono per 3 onze l'area di proprietà dell'ebreo Macalufo de Saya con le elemosine ricavate dalla processione del Cereo. Fu nell'anno 1455 che i nobili Giacomo Blindano Fardella, Stanislao Clavica e Girolamo Staiti Tipa pensarono di fabbricare in quell'area un nuovo e più grande ospedale.
Il nuovo edificio sorse nell'attuale Piazza Lucatelli, che a quell'epoca si trovava di fronte alla Chiesa di S. Agostino.
Quando nel 1569 venne istituita la Compagnia di S. Antonio Abate, i Confrati che la componevano assunsero l'obbligo di servire gratuitamente gli ammalati dell'ospedale e di seppellirne i morti. Fu perciò che il Senato concesse alla Compagnia la chiesa di S. Antonio.
Nell'anno 1589 le cronache della città registrano che, per ordine del viceré Conte di Albadalista, tanto l'amministrazione che il governo dell'ospedale passarono ai frati di S. Giovanni di Dio, detti Benfratelli. Costoro però avendo assistito male gli ammalati, consumato mobili, dilapidate le rendite e trascurata la manutenzione del locale, dopo otto anni furono cacciati e furono costretti a fuggire di notte dalla città, avendo il popolo, geloso del buon andamento dell'ospedale, minacciato di farne giustizia sommaria se non se ne fossero andati.
L'ospedale ritornò quindi ad essere amministrato dai Rettori e gli ammalati assistiti dai Confrati della Compagnia di S. Antonio.
Nel 1628 il capitano Lazzaro Locadello (o Lucatelli), che era stato tra gli amministratori dell'ospedale, lasciò una eredità di 3000 onze per rifarne la facciata. I Rettori con le onze dell'eredità Locadello rifecero il fronte dell'ospedale con il "friscio", cioè con la nicchia sull'architrave contenente il busto in pietra del donatore, secondo le disposizioni testamentarie dello stesso Locadello.
In seguito furono eseguiti da vari architetti e capomastri lavori di ristrutturazione all'interno del palazzo. Tra gli architetti che lavorarono alla costruzione interna (corridoi e sale) vi fu il celebre Giovan Biagio Amico.
Nel '700 l'Ospedale fu sede di una Accademia di medicina, fondata e diretta dal semiologo Giuseppe Cottone.
Nell' '800 era considerato tra i nosocomi più famosi dell'isola per l'esercizio medico di illustri clinici e chirurghi come Rocco Solina, Ignazio Lampiasi e Antonino Turretta.
L'edificio di Piazza Lucatelli fu chiuso nel 1968 quando ebbero termine i lavori di costruzione del nuovo ospedale, alle pendici del Monte Erice.

 

 

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